IL Kung - Fu
 

Breve storia del tai chi chuan - Ipotesi e fatti

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di Stefano Pernatsch

Gli uomini che hanno fatto grande lo stile

Oggigiorno la maggior parte delle arti marziali tradizionali cinesi viene suddivisa in stili esoterici (wei chia) e stili esoterici (nei chia), una separazione, per quanto se ne sa, che iniziò a imporsi nel corso della dinastia Ming (1368-1644).

Mentre la “famiglia esterna” del kung fu farebbe affidamento in prima istanza su un tipo di attività fisica derivata essenzialmente da movimenti rapidi e vigorosi dell’apparato locomotore, gli stili interni, fin dall’inizio dell’addestramento, si baserebbero soprattutto su funzioni più sottili e profonde, a volte persino mistiche (ecco una ragione per l’uso del termine “interno”), del corpo umano, come il flusso dell’energia vitale chi.

In realtà questa divisione torna a essere artificiosa man mano che si diventa più esperti di kung fu, anche perché, essendo il corpo umano lo stesso, le situazioni marziali le stesse e le scoperte della civiltà sinica le stesse, va da sé che pressoché tutti gli stili tradizionali di arti marziali cinesi condividono gli stessi principi di base: per esempio uso dei vari aspetti di forze ed energie fisiche, come ching, chi e shen; alternanza equilibrata di opposti complementari: yin e yang, tensione (fino agli estremi dell’esplosione della potenza generata dal corpo) e rilassamento, eccetera; armonia tra i vari distretti corporei; rispetto e sfruttamento dei costituenti simbolici della natura (wu hsing: legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e ispirazioni ad altri concetti importanti del millenario pensiero cinese.

A causa di questa unità inscindibile per natura, bisogna comprendere che nella pratica di un metodo nei chi non è possibile prescindere da elementi esterni, come non potrà essere un vero esperto chi coltiva uno stile wei chia senza contemplare gli aspetti interni.

Uno dei metodi “interni” di kung fu che fin dal suo nome si ispira in maniera complessa alla filosofia cinese, taoista in primo luogo, è lo stile tai chi chuan, Il termine tai chi deriva proprio dall’antica cosmologia cinese e, col significato di polarità (chi) suprema (tai), indica lo stato dell’universo in cui dal vuoto iniziale (detto appunto wu chi, “assenza di polarità”) prendono forma le coppie di elementi opposti e complementari il cui rapporto è alla base dei fenomeni ontologici seguenti. Una dicotomia necessaria ben esemplificata visivamente dal noto simbolo grafico del tai chi (tai chi t’u).

La formulazione finita del concetto di tai chi come è stato tramandato si deve alla profonda speculazione taoista, oltre che confuciana, e così si pensa che anche la creazione del metodo di pugilato omonimo abbia risentito massicciamente della misterica comunità di seguaci del tao.

Un nome, in particolare, ricorre con insistenza nella storia del tai chi chuan: Chang San Feng.

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