Era inevitabile che una concezione organizzativa del genere, così monolitica e castale, graniticamente attestata intorno al culto dello shotokan, determinasse un movimento uguale e contrario tra coloro che non ritenevano di accettare il rapporto con il caposcuola come un atto di sottomissione: come avrebbero potuto esistere, del resto, i Guelfi senza i Ghibellini?
Quel sagace politico che fu Augusto Ceracchini seppe raccogliere i dissenzienti dando loro un’impostazione associativa mutuata dalle federazioni sportive: e fu contesa!
Saranno certamente in molti a contestare una ricostruzione così schematica degli avvenimenti di questo recente passato, proponendo precisazioni e distinguo. Ma lo scopo di questa ricostruzione, indubbiamente troppo essenziale per non offrire il fianco a recriminazioni e polemiche, è semplicemente quello di comprendere le ragioni per le quali il karate italiano di quegli anni appassionanti, che coprono un periodo durato fino al 1978, abbia potuto produrre personaggi le cui gesta sportive vengono raccontate come le imprese dei cavalieri medievali.
E’ naturale che chi ha vissuto dal di dentro quei momenti abbia ricordi e convinzioni diverse ma chi stava in platea può darsi non abbia colto quella realtà e si domandi, prima di tutto, perché nel karate italiano non ci sia più stato posto per le favole. E si domandi, poi, dove siano, cosa facciano, come ricordino quel tempo i personaggi prestigiosi che ne furono protagonisti. Proprio l’obiettivo di questa rievocazione.
Ricordare ma, soprattutto, trovare tutti si è rivelato pressoché impossibile. Per questo, in successive puntate, ne verranno citati alcuni tra i molti. Parlare di alcuni non significa, ovviamente, fare una gerarchia di valori ma semplicemente alcuni esempi. Così, chiamando in causa, come in questa occasione, De Michelis, Fugazza, Capuana, Tammaccaro, Montanari e la Ferluga, non significa ignorare lo smalto dei Baleotti, Zoja, Marangoni, Rufflni né della Ferrero o della Rissone. Lo stesso discorso vale per Falsoni, Parisi, Gamba, Fassione, Gilardi che troveranno spazio la prossima volta, ai quali si affiancarono, con altrettanto merito, Ottaggio, Schiappacasse, Malleo, Fasulo e Munda. Verrà, peraltro mantenuta una divisione che intende rispecchiare le due fazioni in quella rovente contesa spentasi, come già detto, nel 1978.
Una storia che appare ancora prematura giudicare se sia stata a lieto fine.
- Carlo Fugazza
- Bruno De Michelis
- Rosario Capuana
- Nadia Ferluga
- Nino Tammaccaro
- Enzo Montanari
Per gentile concessione della rivista Samurai
Mese di Ottobre - Anno 1988 |
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